Le sentenze del Processo Gibbanza
Il Tribunale di Bari ha condannato 6 imputati a pene comprese fra i 2 anni e i 7 anni di reclusione, ne ha assolti quattro "perché il fatto non sussiste" e ha dichiarato la prescrizione dei reati contestati ad altri 13 imputati al termine del processo di primo grado su presunte sentenze tributarie pilotate.
La condanna più elevata, a 7 anni di reclusione, è stata inflitta nei confronti dell’ex giudice tributario barese Oronzo Quintavalle, ritenuto responsabile di sei episodi di corruzioni in atti giudiziari e tre falsi. I fatti risalgono agli anni 2008-2010, quando Quintavalle era presidente della Commissione Tributaria regionale della Puglia. Fu arrestato nel novembre 2010 nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza denominata “Gibbanza”, insieme con colleghi e altri professionisti. Ai 23 imputati, avvocati, funzionari delle commissioni tributarie e imprenditori erano contestati, a vario titolo, i reati di corruzione in atti giudiziari, falso, rivelazione del segreto d’ufficio, infedele dichiarazione dei redditi, riciclaggio, favoreggiamento, abuso d’ufficio, truffa, millantato credito e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, la metà dei quali dichiarati prescritti.
Condanna a 2 anni di reclusione (pena sospesa) per l’allora segretario di una sezione della Commissione Tributaria Provinciale di Bari, D. C. Condannati anche i due imprenditori R. P. e F. M. B., rispettivamente a 2 anni (con pena sospesa) e a 2 anni e 6 mesi di reclusione.
A gennaio scorso invece è stato assolto il commercialista F. D. C. Giudicato con rito abbreviato assieme al collega E. C. e condannati in primo e secondo grado per corruzione in atti giudiziari, rispettivamente a 1 anno e 4 mesi, e a 10 mesi di reclusione. D. C. è stato definitivamente assolto dalla Suprema Corte “perché il fatto non sussiste”, annullando senza rinvio la decisione della Corte d'Appello di Bari.